di don Elio Cesari

Il testo che segue si colloca dentro una riflessione più ampia che la rivista Note di Pastorale Giovanile propone nel suo numero speciale estivo, intorno alla domanda: cosa significa educare alla fede oggi, tra i giovani, dentro una cultura che sembra spesso averne smarrito il linguaggio? Le presenti Indicazioni metodologiche per la stesura del Progetto Educativo-Pastorale 2025–2026 nascono nel solco del triennio dedicato alle virtù teologali e si innestano nel cammino della Proposta Pastorale Alzati e vai. Saldi nella fede. La fede che qui proponiamo non è un concetto astratto o una tradizione da conservare, ma una forza viva che rialza, invia, trasforma. È il ‘sì’ della vita quotidiana, la ricerca del senso nel cuore delle fragilità, il coraggio di rimettersi in cammino.

Due atteggiamenti di base

Queste pagine vogliono offrire criteri e piste di lavoro per le Comunità Educativo-Pastorali, ma anche condividere un metodo che nasce da un’esperienza: quella di chi ha creduto che Dio può ancora parlare al cuore dei giovani, attraverso la testimonianza, l’incontro, l’annuncio. Il Progetto Educativo-Pastorale (PEP) è uno strumento fondamentale per esprimere in modo organico la missione educativa e pastorale. Per l’anno 2025–2026, il cammino si inserisce nel triennio delle virtù teologali e si concentra sul tema della fede: Alzati e vai. Saldi nella fede. È un invito a riscoprire la fede come fondamento personale e comunitario, come slancio per la missione, come luce che trasforma la vita. Recuperando alcuni stimoli dell’articolo di don Rossano Sala dello scorso anno2, possiamo sintetizzare due atteggiamenti alla base della progettazione: uno relativo allo stile e uno al metodo.

Assumere uno stile: la sinodalità

Prima di tutto, si ritiene utile attivare un gruppo qualificato di persone che si sente coinvolto in un lavoro di discernimento comunitario. È necessario passare dalla logica della delega a quella della prima persona singolare e soprattutto della prima persona plurale. Il ‘noi’ è la vera alternativa che unifica l’‘io’ e il ‘tu’ in una prospettiva superiore.3 La ‘logica della delega’ è quella per cui altri hanno pensato alla proposta pastorale e a noi tocca semplicemente fare delle fotocopie e distribuirle. O magari acquistare un certo numero di copie del Quaderno di lavoro e regalarlo qua e là ai diversi animatori, professori o educatori, con il banale invito a leggerlo personalmente. Se ci pensiamo bene questa in fondo è una logica disattivante e anche mortificante.

Ben altro ci si aspetta da persone intelligenti e lungimiranti. A partire dagli strumenti offerti a livello nazionale si tratta di coinvolgere, corresponsabilizzare e risvegliare un gruppo di persone nella logica della sinodalità. ‘Sinodalità’ significa ‘fare strada insieme’. È un’espressione in sé semplice, ma ricca di conseguenze nel momento in cui la si prende sul serio. Nella sinodalità si riconosce che nella Chiesa tutti siamo soggetti attivi e responsabili. La sinodalità, se presa sul serio, risveglia il protagonismo e la creatività di tutti e di ciascuno all’interno della comunità educante. Concretamente possiamo immaginare che un Direttore o una Direttrice di una casa salesiana, oppure un incaricato dell’oratorio o un animatore scolastico responsabile di un settore convochi un nucleo qualificato di persone – dove non manchino mai alcuni giovani – e con loro viva un cammino di discernimento per concretizzare nel proprio ambiente la ricezione della proposta pastorale. ‘Ricezione’ significa ricevere, accogliere, concretizzare. È un’attività coinvolgente, sorprendente e anche entusiasmante. Insieme si prendono in consegna i diversi capitoli del Quaderno di lavoro, insieme ci si lascia colpire dalle provocazioni che ci vengono dalle diverse domande proposte, insieme si cammina pensando ai ragazzi che incontreremo nel prossimo anno pastorale. Si procede insieme, facendo diversi incontri, con un calendario ben organizzato.

Assumere un metodo: il discernimento

Non basta però il desiderio e la volontà di camminare insieme. Ci si deve dare un metodo, che in un certo senso è la disciplina del cammino. Si va avanti con un metodo, che è il modo concreto di fare strada insieme. gli incontri che facciamo per recepire, tradurre e declinare la proposta pastorale hanno bisogno di essere condotti in forma graduale e metodologicamente convincente. bbiamo imparato in questi ultimi anni, partendo dal Sinodo con e per i giovani, il metodo del discernimento. tale procedimento ci aiuta in molti modi nell’impostazione del nostro lavoro educativo e pastorale, e ci può accompagnare anche nella declinazione della proposta pastorale nelle singole realtà regionali, ispettoriali e locali. Ecco i tre momenti del metodo, che sono legati e conseguenti.4

– Riconoscere. Il primo passaggio è quello dello sguardo e dell’ascolto. Si tratta di comprendere non solo con la nostra intelligenza, ma con un cuore capace di compassione evangelica, ascolto empatico e sguardo misericordioso. Questo primo passaggio richiede di prestare attenzione alla nostra realtà così com’è. Richiede umiltà e prossimità, così da poterci sintonizzare e percepire quali sono le gioie e le speranze, le angosce e i dolori delle persone. Lo stesso sguardo e lo stesso ascolto, pieno di sollecitudine e di cura, vanno rivolti verso ciò che vivono le nostre comunità di adulti, insegnanti e ed educatori impegnati nell’opera pastorale.5

– Interpretare. Il secondo passaggio è un approfondimento di quanto è stato riconosciuto tramite il ricorso a criteri di interpretazione e valutazione. Si tratta, con verità e onestà, di cercare le cause e di esprimere le ragioni di ciò che abbiamo riconosciuto. Per formulare valutazioni equilibrate sarà importante evitare un atteggiamento idealizzante o colpevolizzante. Questa è una fase delicata e impegnativa, che spingerà a interpretare alla luce del vangelo ciò che si ritrova nella realtà. Qui, per la proposta pastorale, vanno presi in considerazione gli elementi propri che emergono nel Quaderno di lavoro: testi biblici, ispirazioni carismatiche e indicazioni ecclesiali.6

– Scegliere. Solo lasciandosi illuminare dalla vocazione accolta è possibile comprendere a quali passi concreti ci chiama lo Spirito e in che direzione muoverci per rispondere alla sua chiamata. In questa fase discernimento significa disporre i mezzi in ordine al fine, a partire dalla scelta di quelli più appropriati. Con questa intenzione occorre passare in esame atteggiamenti, processi e strutture. Questo passaggio porterà ad individuare le opzioni concrete per declinare la proposta pastorale perché sia efficace, graffiante, e incisiva per tutti coloro che frequentano i nostri ambienti: fanciulli, preadolescenti, adolescenti e giovani. Tenendo presente le diverse età della vita, si tratta di nutrire ciascuno secondo le proprie capacità ricettive.

Proponiamo 6 passi: lettura del contesto, costruzione della CEP, riflessioni sugli obiettivi, focalizzazione dei processi, programmazione degli interventi, gli ambienti, il calendario

Lettura profonda del contesto

– Osservazione della realtà. viviamo in un territorio plurale, segnato da contrasti sociali, precarietà educativa e secolarizzazione. I giovani cercano senso e relazioni autentiche, ma spesso restano spettatori, fragili nell’identità e nel futuro. Emergono nuove povertà: psicoaffettive, digitali, spirituali. Tuttavia, resta viva la sete di autenticità e di Vangelo. I PEP sono chiamati ad associare l’analisi sociologica dei bisogni dei giovani nei territori interessati con un’interpretazione sinodale di questi stessi bisogni alla luce di criteri pastorali condivisi.

– Chiavi interpretative educativo-pastorali. La fede non è semplice appartenenza o rito: è relazione con gesù che salva, guarisce, invia. Le nostre opere devono essere ‘luoghi di incontro’ dove i giovani possano fare esperienza di risurrezione. L’azione educativa deve accompagnare, ascoltare, proporre con coraggio itinerari personalizzati e comunitari.

– Opzioni preferite. Il PEP deve indicare alcune opzioni preferenziali cui riferirsi nella definizione degli obiettivi e degli interventi finalizzati a realizzarli. Queste opzioni preferenziali, chiamate a fungere da riferimento per opere diverse in un anno pastorale dedicato al tema indicato sopra, possono ispirarsi a quanto segue:
· Proporre cammini personalizzati di iniziazione e crescita nella fede.
· Coltivare uno stile educativo fondato sull’ascolto e sul discernimento
· Rafforzare l’identità carismatica missionaria delle opere.
· Sostenere la formazione integrale di laici e consacrati in chiave pastorale.
· Promuovere ambienti in cui la fede si viva, si celebri e si condivida.

Costruzione della Comunità Educativo-Pastorale (CEP)

Il PEP deve sapere guardare a tutte le CEP del proprio territorio di competenza, riconoscendone le specificità, le differenze tra CEP focalizzate su alcuni soli ambienti pastorali e quelle più complesse, quelle inserite in periferie di grandi città e quelle invece immerse in contesti urbani più semplici, e così via. Per ciascuna di loro, senza stravolgere gli obiettivi generali del quadro pluriennale di riferimento per il PEP, all’inizio dell’anno pastorale è opportuno identificare obiettivi, processi e interventi trasversali, da declinare poi per ciascuna delle quattro dimensioni e ciascuno degli ambienti specifici della pastorale giovanile salesiana. Seguono alcuni esempi riferiti al tema scelto per l’anno pastorale 2025-26.

Riflessione sugli obiettivi generali

· Rafforzare CEP corresponsabili, formate e generative di fede.
· Rilanciare l’educazione alla fede a livello locale e territoriale.
· Riaccendere la fede come punto di riferimento nelle scelte quotidiane.
· Proporre percorsi di primo annuncio e accompagnamento personale.
· Coltivare una comunità educativa che testimoni la gioia del Vangelo.
· Valorizzare la spiritualità missionaria con uno sguardo globale e solidale.

Focalizzazione dei processi

· Costruire percorsi formativi comuni di educazione della fede tra consacrati e laici corresponsabili delle CEP.
·  Preparare un piano (pluriennale, magari per un triennio) di formazione condivisa sull’accompagnamento spirituale.
· Verificare e aggiornare gli itinerari di educazione della fede, coinvolgendo le CEP locali.

Programmazione degli Interventi
· Costituzione di un gruppo di lavoro che animi il processo di verifica e aggiornamento degli itinerari di educazione alla fede.
· Organizzazione di seminari di studio e approfondimento su fede e missione, fede e cultura, per laici e consacrati.
· Sperimentazione di scuole di Lectio Divina nelle CEP locali.
· Costituzione di un gruppo di lavoro locale e territoriale che prepari una proposta pluriennale di formazione sull’accompagnamento spirituale.
· Diffusione e studio del sussidio formativo per l’anno pastorale.

Ambienti

Oratorio-Centro giovanile
· Obiettivi: Rendere l’oratorio uno spazio di evangelizzazione popolare e accompagnamento relazionale.
· Processi: Rinnovare le proposte educative con focus sul protagonismo giovanile.
· Interventi:
– Catechesi integrata a sport, musica e arte.
– Cammini spirituali nei tempi forti (Avvento, Quaresima, Mese Missionario, Feste Salesiane).
– gruppi biblici per adolescenti e giovani animatori.
– Accoglienza ‘porte aperte’ con équipe mista giovani-adulti.

Scuole e CFP
· Obiettivi: Offrire una proposta culturale integrale.
·  Processi: Legare l’apprendimento alla formazione spirituale e sociale.
· Interventi:
– Settimane a tema biblico e testimoni in aula.
– Spazi di ascolto e accompagnamento spirituale a scuola.
– Formazione salesiana per docenti e formatori.
– Attività interdisciplinari su Vangelo e cittadinanza.

Parrocchie
· Obiettivi: Sviluppare percorsi significativi di fede vissuta.
· Processi: Promuovere la partecipazione giovanile alla vita parrocchiale.
· Interventi:
– Cammini di catechesi narrativa e simbolica.
– Adorazioni eucaristiche con linguaggi contemporanei.
– Scuole di Lectio Divina.
– Proposte di servizio parrocchiale con rilettura vocazionale.
– Reti tra catechisti e animatori parrocchiali.

Opere e servizi per giovani in situazione di vulnerabilità o esclusione
· Obiettivi: Testimoniare la fede attraverso la prossimità.
· Processi: Annuncio del Vangelo nei luoghi della fragilità.
· Interventi:
– Laboratori di narrazione biografica e speranza, rivolti a giovani beneficiari delle opere suddette.
– Promuovere incontri con testimoni di resilienza e fede.
– Percorsi espressivi per rielaborare il dolore e il trauma.
– Spazi di spiritualità accessibile e relazionale.
– Condivisione delle festività religiose sia cristiane sia delle altre religioni eventualmente abbracciate dai beneficiari delle opere.

Proposte per altri ambienti
· Collegi universitari: tra settembre e ottobre 2025 si fa insieme un discernimento comunitario per offrire ai giovani che frequentano i nostri collegi universitari i contenuti della proposta pastorale, dando più attenzione specifica ai primi due capitoli ispirativi del Quaderno di lavoro,
·  Gruppi vocazionali: Comunità itineranti per giovani in ricerca, podcast vocazionali, convivenze brevi.
·  Gruppi del tempo libero: Camp estivi con traccia evangelica, tornei ispirati a valori biblici, cineforum spirituale. Verifica
· Ogni PEP, sia che faccia riferimento ad un territorio più o meno contenuto e omogeneo sia che si trovi a misurarsi con un territorio molto ampio e diversificato, è chiamato a promuovere una cultura della valutazione degli obiettivi condivisi, nonché del monitoraggio dei processi e degli interventi intrapresi per raggiungerli.
·  A questo fine, ciascuna realtà si riserva di costituire commissioni distinte per ambienti e gruppi di lavoro più o meno trasversali, ciascuno con dei compiti definiti per i quali viene chiamato periodicamente a rispondere. La composizione di questi gruppi, spesso informata da criteri di competenza e professionalità riferite allo specifico ambiente o alla dimensione trasversale specifica, consente inoltre di elaborare eventuali indicatori di verifica dei risultati attesi del PEP.
· Accanto al lavoro di questi gruppi e commissioni, tuttavia, è fondamentale promuovere, auspicabilmente almeno all’inizio e al termine di ciascun anno pastorale, momenti assembleari, che vedano la partecipazione di un numero adeguato di consacrati e laici corresponsabili di ogni CEP locale, di socializzazione delle analisi sui risultati raggiunti e di discernimento comunitario dei nuovi obiettivi da perseguire.

Rileggiamo ora i principi e criteri (e attenzioni) descritti sopra, nel concreto anno pastorale e nel concreto tema da sviluppare e “far vivere”.

Calendario
Lungo l’anno pastorale 2025/26 abbiamo provato a proporre una scansione dei temi. Tenendo come riferimento il periodo dell’anno liturgico, si offrono delle parole-chiave sintetiche del periodo e dei brani del vangelo di Luca (che teniamo come riferimento biblico fondamentale per l’anno), presenti nel testo del Quaderno di Lavoro e ben approfonditi: si possono usare facilmente questi testi per incontri di formazione e di ritiro, così da avviare ogni riflessione a partire dalla Parola di Dio, ‘fonte e alimento’ della fede. È interessante specificare che i periodi dell’anno, i temi e le lectio sono identici per il cammino spirituale delle comunità religiose Salesiane e di vari gruppi della Famiglia Salesiana: in questo modo, si vuole sottolineare che il cammino della vita spirituale è intrecciato con quello della proposta pastorale e entrambi si alimentano e arricchiscono reciprocamente.

Strumenti utili per la Proposta Pastorale dell’anno 2025/26
La Proposta Pastorale per l’anno 2025/2026 si presenta come un percorso articolato e ricco, costruito attorno a quattro elementi strettamente interconnessi, che ne costituiscono l’ossatura fondamentale.
1. Cuore pulsante dell’intero impianto è il Quaderno di Lavoro del MGS, strumento operativo pensato per accompagnare le comunità lungo l’anno pastorale, sostenendole nella riflessione, nella progettazione e nell’azione educativa. Tutti i materiali sono disponibili in formato digitale sul sito ufficiale del Movimento Giovanile Salesiano Italia, accessibile all’indirizzo mgsitalia.it, che rimane il punto di riferimento centrale per reperire contenuti sempre aggiornati. In particolare, il Quaderno di Lavoro nella sua versione più recente sarà consultabile e scaricabile nella sezione dedicata.
2. Ogni parte della proposta, articolata in tre sezioni e sette capitoli, sarà accompagnata da schede di approfondimento. Queste schede, curate in collaborazione con la rivista Note di Pastorale Giovanile (https://notedipastoralegiovanile.it/index.php), rimanderanno a specifiche pagine del sito della rivista stessa, offrendo materiali integrativi e di riflessione che verranno pubblicati anche su mgsitalia.it. A ciò si aggiungerà una bibliografia tematica finalizzata ad approfondire ulteriormente i temi proposti, sempre reperibile online.
3. Un contributo importante viene offerto in questo numero speciale della rivista, pensato come focus estivo.
4. A supporto delle comunità religiose SDB, FMA e della Famiglia Salesiana in generale, è previsto un sussidio formativo che comprende materiali per la lectio divina, testi per la preghiera vocazionale delle CEP (preparati dagli uffici AV e AM), nonché testi carismatici per la riflessione interna alla FS.8
5. È importante ricordare che il triennio pastorale 2024-2027 ha preso avvio già lo scorso anno. Il materiale di presentazione, aggiornato per il secondo anno, resterà disponibile in home page sul sito MgS per permettere a tutti un agevole approfondimento. In particolare, il video di lancio sarà disponibile verso la fine di agosto, mentre un video esplicativo è pubblicato a partire dal periodo estivo.
6. Dal punto di vista della diffusione e del coinvolgimento a livello nazionale, sarà fondamentale l’implementazione della mediazione pastorale attraverso strumenti digitali. I contenuti verranno rilanciati periodicamente attraverso il sito e i canali social di MgS Italia, con la creazione di contenuti adatti a Instagram. In parallelo, la piattaforma Don Bosco Italia (https://www.donboscoitalia.it/) ospiterà articoli di presentazione e aggiornamenti periodici attraverso la sua newsletter.
7. A questo si aggiunge il rilancio mensile del Quaderno di Formazione delle Comunità, che verrà suddiviso in contributi mensili comprensivi di lectio divina, riflessioni salesiane e preghiere vocazionali.
8. Anche la rivista Note di Pastorale Giovanile continuerà a sostenere il progetto rilanciando contenuti coerenti con il percorso mensile attraverso la propria newsletter, con riferimenti alle schede pubblicate nei diversi periodi dell’anno.

In questo modo, la Proposta Pastorale 2025/2026 si presenta non solo come un cammino formativo ricco e ben articolato, ma anche come un progetto fortemente condiviso, che mette in sinergia competenze, carismi e strumenti per raggiungere in profondità le comunità educative e giovanili.

 

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1 Cfr. QDL2025, pag. 6: Il secondo anno è centrato sulla fede, nell’ambito del triennio delle virtù teologali.
2 R. Sala, Mettere gambe, braccia e ali alla speranza. Appunti di stile e metodo, NPg numero speciale 2024, LDC torino, pagg. 26-31.
3 Cfr. QDL2025, p. 74: La spiritualità sinodale come cammino comune e corresponsabile.
4 Cfr. QDL2025, p. 18-20: La disposizione del cuore come condizione essenziale per il discernimento spirituale.
5 Cfr. QDL2025, p. 16-18: Il dinamismo della fede nasce da ascolto, compassione e misericordia.
6 Cfr. QDL2025, p. 52-55: L’interpretazione evangelica parte da una lettura solidale della realtà.
7 Cfr. QDL2025, p. 84-91: La fede che guida le scelte: cercare, amare, pregare come stile di vita cristiano.