08 | Oceania: Don Siara e Don Valeriano Barbero

DON SIARA
Don Siara è il capo spedizione della prima missione salesiana in Australia.
Partito da Marsiglia il 24 febbraio, arriva dopo 35 giorni di viaggio a Premantle il Sabato Santo dell’anno 1923. Convinto di arrivare come uno sconosciuto, rimane piacevolmente stupito dell’accoglienza ricevuta da parte dei Padri Oblati. Salutato anche l’Arcivescovo di Porth, si avvia verso il Vicariato di Kimberley in un viaggio di altri 10 giorni per mare.

MISSIONE È FIDUCIA DAVANTI ALLE DIFFICOLTÀ
Così Don Siara annunziava l’arrivo dei primi figli di Don Bosco in Australia e la loro destinazione al Vicariato di Kimberley:
“Siamo tutti preparati alle difficoltà che ci aspettano nella missione, e con tutto ciò siamo allegri, perché certi che, dovunque, ma specialmente in queste nuove fatiche apostoliche, non ci verrà meno la potentissima protezione della nostra Madre Maria SS. Ausiliatrice, Patrona principale della Terra Australiana. Siamo pur certi che il nostro Venerabile Padre Don Bosco guarda con soddisfazione dal cielo e benedice i suoi figli, che per primi si avanzano in questo continente alla conquista delle anime.”

DON VALERIANO BARBERO
Bellinzago Novarese, 1938 – Novara, 2023
Don Valeriano Barbero nasce a Bellinzago Novarese il 31 agosto 1938; ordinato sacerdote salesiano nel 1956, si reca prima nelle Filippine e poi dal 1980 in Papua Nuova Guinea. È nominato parroco ad Araimiri dove gli viene affidata una scuola per i ragazzi rifiutati dagli istituti governativi. Alla fine del 1994 viene chiamato a Port Moresby dove costruisce una scuola superiore, un centro di spiritualità e una chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice.
Muore il 14 aprile 2023.
MISSIONE È AMICIZIA
“Sono stato aggredito con un’ascia, sono stato portato in tribunale diverse volte per questioni di terra, sono stato minacciato per i motivi più strani nella speranza che cedessi alle loro richieste. Ho contratto più volte la malaria e come ultima spiaggia anche la lebbra.”
Così raccontava, rientrato in Italia nel 2021 tenendo con sé un biglietto di ritorno per la Papua Nuova Guinea, convinto di poterci tornare ancora una volta.
Negli ultimi giorni ripeteva che tante cose, senza amicizia, non hanno senso. E qualcuno in visita gli faceva notare che era circondato da tante persone e che poteva ben ritenersi fortunato ad avere così tante amicizie da condividere, in Italia e in missione.