11 | L’emergenza educativa

C’è bisogno di educare

EMERGENZA: è una condizione negativa improvvisa, imprevista e inaspettata che può comportare conseguenze gravi se non gestita o contenuta immediatamente. Si tratta di una situazione di necessità che richiede un intervento immediato.

Questa è la definizione di emergenza. In campo educativo  è un invito pressante ad aprire gli OCCHI e gli ORECCHI per renderci conto di tutto ciò che ci circonda. Per poi spalancare il CUORE e usare concretamente le MANI per scendere in campo.

Ogni epoca ha le sue emergenze e urgenze. Ma, forse mai come ora, c’è un bisogno significativo di EDUCARE AL BENE I GIOVANI. La parola educare letteralmente significa “TIRAR FUORI” e questo è proprio il compito degli educatori: tirare fuori dai giovani il meglio e avviarli con coraggio e decisione al bene.

Le nuove generazioni – lo sappiamo bene – hanno tra le mani strumenti all’avanguardia, mezzo inimmaginabili per vivere e lavorare, tecnologie avveniristiche. Ma davanti ai loro occhi si presentano nuove sfide che interrogano e provocano. Come mettere nuovamente al centro la persona, senza strumentalizzarla? Che mondo sognare e costruire? Quali modelli antropologici ed educativi offrire per l’umanità del futuro?

I salesiani ancora una volta tentano di essere presenti sui cammini dei giovani di tutto il mondo, strappando i ragazzi dalla strada e ridonando loro un ORIZZONTE DI SENSO e un FUTURO DIGNITOSO, come in Myanmar.

Un’esperienza di missione: i ragazzi di strada di Anisakan in Myanmar

A circa 70 km ad est di Mandalay, la seconda città più popolata del Myanmar, si trova la cittadina di Anisakan. Questa zona rurale gode delle bellezze naturali del National Kandawgyi Gardens: il parco botanico che attira numerosi turisti da tutto il mondo, la popolazione vive la stessa condizione economico-sociale del resto del Paese: gran parte della popolazione, specie nelle campagne, vive in miseria. Il Myanmar è IL PAESE PIÙ POVERO DEL SUD-EST ASIATICO, con quasi un terzo dei suoi 62 milioni di abitanti sotto la soglia della povertà.

In un contesto così povero, difficile e frammentato, la presenza salesiana diventa SEGNO DI SPERANZA, DIALOGO E RESILIENZA. L’Opera Salesiana di Anisakan ospita quasi 200 ragazzi in convitto provenienti da diverse parti del Paese, specialmente da quelle aree in cui l’istruzione non è garantita a tutti, l’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani è molto diffusa e le lotte tra esercito e diversi gruppi armati sono frequenti.

Il centro salesiano ai giovani accolti offre CONVITTO E SCUOLA basati sul sistema di Don Bosco: studio, preghiera, oratorio, sport e vita comunitaria. Significativo è quanto successo durante l’ultimo terremoto del marzo del 2025. La struttura ha subito danni significativi, ma i Salesiani hanno attivato un piano emergenziale: distribuzione di cibo, acqua potabile e sostegno psico-spirituale, installazione di generatori per energia, e utilizzo di uno spazio temporaneo per garantire il prosieguo delle attività formativa e comunitaria. Questo per far sentire ai ragazzi che, anche in situazioni estreme, la scuola della vita comunitaria può continuare a crescere in fiducia, responsabilità e inclusione.

  • Da un’esperienza di accoglienza come questa, come posso essere “casa” per le persone che incontro?
  • Durante momenti di crisi, riesco a trasformare le difficoltà in occasione di cura personale e relazionale?
  • Riesco a vedere l’educazione non solo come trasmissione di competenze, ma come esperienza concreta di comunità e responsabilità condivise?