di Gaia e Mariasole Sanfilippo, oratorio di Riesi

Per la prima volta guardo una serie animata che pone al centro problemi , paranoie e complessi che molto spesso noi giovani viviamo ma che troppo spesso nessuno vede. La società cerca di non ascoltarci, tende a banalizzare il nostro universo e ci dipinge come la generazione un po’ incapace…la generazione “più depressa” ma non si va oltre all’apparenza. Non si cerca di arrivare ad una vera introspezione dell’essere. Noi stessi in primis cerchiamo di dare una forma definitiva alla nostra vita e siamo portati a vedere le vite degli altri come se fossero perfette, ma, alla fine non è così; nessuno può dare una forma definitiva alla vita e alla persona né tantomeno a quelle degli altri perché siamo un continuo flusso di sentimenti , sensazioni, abbiamo visioni e prospettive differenti ; prendere le decisioni spetta a noi, in base al nostro vissuto e non possiamo pretendere di capire e giudicare le scelte dell’altro ma soltanto ascoltare, accogliere e accettare senza giudicare. Senza giudicare è la parola che risuona di più nella mia mente: perché nella vita si fanno tante scelte e a volte non sono condivise da tutti ma non per questo sono sbagliate o si devono evitare. Non possiamo nascondere, per paura o per vergogna, quello che siamo, la debolezza nostra è di tutti e Zero ne è la testimonianza. Non dobbiamo colpevolizzarci per alcune situazioni che ci sono difficili da comprendere ma stando vicini e accogliendo l’altro così com’ è possiamo fare la differenza. Una differenza che migliora l’animo umano e ci aiuta a sollevarci nei momenti no! Zero non affronta il viaggio da solo ma con le amicizie e la famiglia riesce a trovare il suo piccolo ma immenso posto nel mondo!

bastava strappare lungo i bordi piano piano, seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere.
So io quello difettoso e non posso trovare fuori quello che me manca dentro.
ma te rendi conto de quanto è bello che non porti il mondo sulle spalle, che sei soltanto un filo d’erba di un prato?

Queste frasi della serie sono rimaste impresse un po’ a tutti, come se stessero dicendo qualcosa ad ognuno di noi. Zero sta cercando di seguire la sua linea, vede quella degli altri perfetta ma lui non riesce a capire cosa non va in lui, si sente difettoso, come capita a noi in certi periodi. Nei momenti di silenzio, pensando e cercando di andare oltre l’apparenza della linea perfetta da seguire, ci accorgiamo che tutti gli umani costruiscono la sua linea tratteggiata; e non è la linea segnata dalla società, ognuno di noi ha la sua linea speciale, si costruisce per renderla unica e per essere felici, non importa se la linea è storpia e difettosa, è la nostra linea!!! E nonostante i vuoti le cancellature e i tratti tortuosi è speciale per ciascuno di noi! Ognuno ha le sue linee tratteggiate e se al di fuori sembrano lineari ognuno sa da dentro la fatica che si fa per la felicità! E così non si è più così soli …un filo d’erba da solo non può essere un prato e se ci guardiamo intorno si possono vedere gli altri fili d’erba che, come tutti, cercano di scrollarsi le paure e le aspettative del mondo per essere leggeri; ci si accorge che per essere felici a volte non basta essere solo un filo d’erba leggero, ma, insieme agli altri bisogna far fiorire un bellissimo prato.