“Il messaggio di questa esperienza è quello tipico di Don Bosco: offrire ai ragazzi delle nostre scuola una formazione al passo con i tempi, evoluta, in grado di offrirgli un futuro promettente, dove andare a testa alta”: don Roberto Guarise è il direttore dell’opera di Verona dove c’è il liceo “Don Bosco”,  vincitore del primo premio al concorso di robotica FIRST®️ LEGO®️ League a Houston.

Alessio Montignani, Beatrice Ligozzi, Camilla Salvagno, Filippo Oliosi, Maddalena Zuccato, Paolo Venturini, Pietro Formenti e Pietro Fornalè sono i nomi della squadra guidata dal coach Luca Zanetti coadiuvato da altri due docenti, Anna Baruzzi e Andrea Materassi è la squadra che ha sbaragliato la concorrenza di 108 team provenienti da tutto il mondo.

Si è conclusa nel pomeriggio di sabato 20 aprile la 20ma edizione del FIRST* LEGO League World Championship (*FIRST = For Inspiration and Recognition of Science and Technology), il concorso di robotica rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. I team che sono arrivati alla fase finale hanno superato delle fasi con oltre 40mila squadre candidate, di cui 177 solo in Italia.

La squadra iDB Tech-No-Logic Team, del liceo “Don Bosco” di Verona aveva già fatto parlare di sé lo scorso anno, qualificandosi comunque per i mondiali a Detroit ed aggiudicandosi un primo premio per la migliore presentazione del progetto. Due anni fa, invece, era arrivata terza a livello nazionale – racconta don Roberto Guarise, direttore dell’opera di Verona -. La robotica non  è una materia scolastica, per cui i ragazzi della squadra si sono dedicati a questa attività nel tempo extrascolastico. Sono tutti appassionati di robotica, tanto che uno di loro ha fatto uno stage al CERN e un’altra sta facendo l’anno all’estero in California, occupandosi comunque di robotica”.

I giovani veronesi quest’anno sono risultati i primi su tutto (progetto scientifico, innovazione tecnologica, programmazione robotica, presentazione, lavoro di squadra, core value), progettando l’innovativa “lavatrice spaziale”. Il tema del concorso era “INTO ORBIT”, e aveva come partner la NASA: la sfida per i giovani era quella di inventare soluzioni per migliorare le condizioni di vita degli astronauti nello spazio.

“Ai ragazzi l’idea è venuta ascoltando un’intervista di Samantha Cristoforetti, l’astronauta italiana che raccontava come lei e i suoi colleghi, durante le missioni spaziali non avessero modo di lavare le tute. Quindi le usano fino a quando possono e poi le disperdono nello spazio”. È nato così WEMIT, ovvero un innovativo sistema per il lavaggio dei vestiti degli astronauti in assenza di gravità e senza acqua. “La novità sta nel tipo di fibra tessuta per queste tute: un unico filo – come i maglioni di lana di una volta – che tramite la macchina robotica inventata dai ragazzi, viene disfatto e attraverso delle capsule igienizzato, per poi essere ricomposto nella tuta spaziale, pronta e pulita”, spiega ancora don Roberto. “Questo sistema potrebbe trovare applicazione anche in molti ambiti della vita quotidiana al fine di ridurre la produzione di rifiuti (si pensi ai vestiti usa e getta utilizzati negli ospedali, negli stabilimenti alimentari, ecc), ragion per cui l’Istituto Don Bosco ha già provveduto a brevettarlo, facendo così entrare i suoi otto giovani studenti nel novero degli inventori”. Alla premiazione del concorso è intervenuta la NASA con l’amministratore delegato Jim Bridenstine.

Non solo. Mentre i ragazzi volavano verso Houston, il direttore di FIRST®️ LEGO®️ League, Kim Wierman Reid, ha comunicato loro di essere stati selezionati tra i 20 migliori progetti al mondo che concorreranno a fine giugno per il GLOBAL INNOVATION AWARD, in California.
“Tale nomination, a prescindere da quello che sarà l’esito, è chiaramente già motivo di orgoglio per i giovani ragazzi, che comunque mantengono la loro semplicità di adolescenti e stanno affrontando tutta questa escalation come una simpatica avventura, tanto che non si sono lasciati sfuggire l’occasione del viaggio oltreoceano per andare nei prossimi giorni a visitare New York City, programmando per venerdì 26 aprile il rientro a Verona …dove tutti gli altri insegnanti li attendono con interrogazioni e verifiche che poco hanno a che vedere con la robotica”.

I PARTNER E GLI SPONSOR
In Italia, la FIRST LEGO League trova come operational partner la Fondazione  Museo Civico di Rovereto, che ha organizzato la finale nazionale dopo varie fasi di valutazione nelle quali spiccava la presenza di giudici insigni come (una tra tutti) l’ing. Piera Levi Montalcini, nipote della più famosa Rita.
I ragazzi del Team Veronese, riconoscono che per questi successi devono ringraziare la Regione del Veneto che li sostiene dall’anno scorso e soprattutto il Direttore della loro scuola, don Roberto Guarise, il quale ha sempre creduto nel gruppo e nell’iniziativa, dando fin dall’inizio il massimo sostegno.
Infine, se è stato possibile far fronte alle importanti spese che la partecipazione a tale concorso comporta (soprattutto per le trasferte del team e di tutta l’attrezzatura per le fasi internazionali), i ragazzi vogliono ringraziare tutti gli sponsor (quasi 20!) ma in modo particolare i main sponsor CALZEDONIA e CUBI IMPIANTI TECNOLOGICI che hanno dato un importante contributo economico per la copertura delle spese, nonché per lo sviluppo della ricerca scientifica. La particolarità del rapporto con questi PARTNER e compagni di viaggio, sta nel fatto che le due aziende veronesi d’origine ed internazionali nel mercato, credono e vogliono investire sui giovani, per dare alla società menti migliori ed al passo coi tempi, secondo la loro filosofia aziendale.

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