di Marco Giuffrida, MGS Sicilia

Oggi proponiamo un approfondimento sull’ultima parte del quaderno giovani MGS, sul documentario Il sale della Terra

 

Il sale della Terra è un film documentario del 2014 diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado. Il film ottenne la candidatura nel 2015 per gli Oscar e i David di Donatello, vinse come miglior documentario il premio Cesar.

Protagonista del film è Sebastião Salgado, fotografo di fama internazionale e vincitore di numerosi premi, il quale racconta attraverso i propri scatti la propria vita. Un’esistenza fortemente suggestionata dagli eventi che ha raccontato, mettendo in primo piano sempre l’umanità di fronte alla miseria e alle catastrofi.
La fotografia, già dall’inquadratura, è gesto di “scelta” di fronte all’azione e porta a chiedersi: “cosa devo far vedere?”. Troppo semplice inquadrare la violenza e la disperazione e diventare sciacalli dell’immagine. Salgado ci porta a guardare oltre, a guardare la persona senza pregiudizi e provare empatia nei suoi confronti. Lo vediamo nelle foto, poi diventati libri, dei milioni di ricercatori d’oro brasiliani sprofondati nella più grande miniera a cielo aperto del mondo, denunciando i genocidi africani, immortalando i pozzi di petrolio incendiati in Medio Oriente, testimoniando i mestieri e il mondo industriale dismesso, fino a perdere la fede per gli uomini davanti ai cadaveri accatastati in Rwanda.

Ma cosa fare, oltre a documentare certi eventi storici? Oltre ad un lavoro fotografico che lo porterà in per il mondo per otto anni alla riscoperta di montagne, deserti, oceani, animali e popolazioni che si sono finora sottratti al contatto con la cosiddetta società civile, sceglie di riprendere ciò che era rimasto del luogo dove è nato, ormai una terra arida, e farla rivivere piantando migliaia di alberi, come lo era nella sua infanzia. La sua vita può essere intesa come il bivio che incontriamo prima o poi tutti nelle nostre esistenze: rimanere fermi o fare qualcosa. Sta a noi scegliere.