di Giulia Mugoni, Cagliari

Quante volte leggendo la storia della vita di un santo, ci soffermiamo a pensare quanto sia complesso vivere la fede con quella naturalezza. L’essere Santo nella nostra mente richiama una perfezione irraggiungibile, fatta di ostacoli insormontabili.

Ma Don Bosco diceva che “la Santità consiste nello stare sempre allegri”: ed ecco come la strada verso la santità diventa reale, diventa un percorso realizzabile, un cammino di occasioni colte, di sorrisi resi e di mani tese verso l’altro. Diventa attuale, diventa la nostra vita. E proprio come intraprendere un cammino di santità nel quotidiano è il tema del Sussidio Giovani del Movimento Giovanile Salesiano “Puoi Essere Santo #lìdovesei”.

Prima di soffermarsi su quale sia la versione salesiana di Santità, ricordiamoci che il progetto che Dio ha per noi è “che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4): siamo stati creati per essere santi, il nostro essere unici è la chiave per vivere ogni giorno una vita di santità che passa attraverso piccoli gesti, che si nutre della parola di Dio e che la rende contagiosa; per essere santi dobbiamo esistere negli altri e per gli altri con amore.

Chi è santo non è colui che non sbaglia mai ma colui che trova nel perdono l’unica via per essere un testimone del Cristo vivente.

Ma donarsi agli altri testimoniando l’amore del Signore è davvero possibile nella vita di ogni giorno?

Don Bosco, Madre Maria Domenica Mazzarello, Mamma Margherita, Don Michele Rua… sono solo alcuni dei nomi che hanno lasciato un segno e messo le basi per poter individuare in cosa consista la santità salesiana. Ci hanno dimostrato come sia possibile vivere in santità, dedicando la propria vita ai giovani con amorevolezza; si sono spogliati di se stessi per essere una tela bianca su cui Dio potesse disegnare il suo progetto. Spesso, però, spogliarsi del nostro io per farsi dono di vita per l’altro non è facile, non sempre riusciamo ad abbandonare i pregiudizi, ad essere fonte di gioia, ad aprire le nostre braccia per perdonare.

Ed è quando tutto questo ci sembra impossibile che dobbiamo ricordarci come ha agito Don Bosco: passo dopo passo, senza mai perdere la fiducia, con un piccolo progetto alla volta, pensando solo al bene dei suoi giovani, occupandosi di loro “fino al suo ultimo respiro”. Allora le prospettive cambiano e la santità ci sembra possibile, un piede dietro l’altro, sicuri che non saremo mai lasciati soli, che siamo nati per restituire un amore troppo grande per essere tenuto solo per noi. Quell’amore che nei nostri ambienti, nelle nostre parrocchie e nelle nostre case dobbiamo far diventare il motore dei nostri gesti e delle nostre azioni. Non serve realizzare opere immense, non serve inventare attività stratosferiche: è sufficiente vivere ogni giorno con l’entusiasmo di chi Cristo l’ha incontrato davvero. L’invito del sussidio è proprio questo: vivere consapevoli che l’obiettivo è raggiungibile, che è tutto vero, che puoi essere santo, proprio lì, dove sei.