di Giulia Gambaro, consulta territoriale MGS Piemonte

Domenica 31 marzo 2019. Secondo appuntamento dell’Mgs day che ha visto più di trecento ragazzi radunati insieme per vivere questa giornata. Nel primo incontro di novembre, il tema era stato #iosonounamissione e ci avevano accompagnato nella riflessione alcuni “supereroi”, persone che vivono la loro missione donandosi agli altri nella loro vita quotidiana. Questa domenica abbiamo potuto incontrare a tu per tu un vero supereroe #disobbediente: Andrea Franzoso. Tema della giornata: “Essere onesti è la vera rivoluzione”. Dopo un primo momento di accoglienza in cortile, ricco di giochi, musica, balli e risate in un vero clima di festa, ci siamo spostati in teatro dove abbiamo potuto incontrare Andrea. La mattinata è iniziata con il ricordo di Paolo Borsellino, un esempio di disobbediente onesto per il nostro Paese.

Poi, la provocazione: “Ma oggi tutto questo è ancora possibile?”. La risposta è sì e Andrea ne è l’esempio. Un cittadino onesto, o meglio, “un buon cristiano e un onesto cittadino” per dirla con le parole di Don Bosco. Andrea lavorava per le Ferrovie Nord, bravo lavoratore, apprezzato dai colleghi fino al giorno in cui ha scoperto che il suo capo rubava soldi all’azienda e ha deciso di denunciarlo. Scelta coraggiosa, non facile e non improvvisata. Scelta che è stata l’esito di altre piccole e grandi scelte che Andrea ha fatto nella sua vita, ben ancorate ad una base solida di valori che gli ha trasmesso la sua famiglia. Vita segnata da momenti difficili, davanti ai quali non ha mai perso la speranza: nel suo libro “#Disobbediente Essere onesti è la vera rivoluzione”, racconta di essere stato vittima di bullismo a scuola, riporta la vicenda dello zio che ha chiesto un prestito al padre e di come ha poi ingannato la famiglia facendogli perdere tutti i loro beni.

Dopo il liceo, la scelta di entrare in accademia e far parte dell’arma dei carabinieri. L’accademia va bene, Andrea ha la possibilità di far carriera, ma questo non lo soddisfa pienamente. Prende la decisione di andare più in profondità nella sua vita: lascia l’accademia e va a vivere sei mesi in un monastero trappista in Francia. Dopo quattro anni di cammino con i gesuiti, capisce che Dio non lo chiama alla vita religiosa. Va a vivere a Milano dove inizia la sua storia da #disobbediente a Ferrovie Nord.

La sua storia colpisce molto, tanto che nello spazio di confronto e dialogo i ragazzi gli fanno tantissime domande. La giornata prosegue con le confessioni, il pranzo e ancora tanti giochi e musica in cortile.

Il tutto si conclude con la celebrazione dell’Eucarestia nella Basilica di Maria Ausiliatrice, in cui i ragazzi che quest’estate partiranno per la Romania, il Benin e il Ghana, ricevono il mandato missionario. Alla fine, viene regalato a tutti un braccialetto con su scritto #disobbediente, segno della missione che ci viene affidata nel tornare a casa e nel fare ogni giorno le nostre scelte con responsabilità e impegno.

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