03 | I capi di spedizione
don Giovanni Cagliero e suor Angela Vallese.

Don Giovanni Cagliero
(1838-1926), capo spedizione della prima missione, 1875
Giovanni Cagliero nasce a Castelnuovo d’Asti in Piemonte il 4 gennaio 1838. fin da ragazzo si dimostra intelligente, robusto e vivacissimo, capobanda di tutti i divertimenti e geniale nelle sue trovate. Un giorno aveva visto un vescovo conferire la Cresima: si era costruito una mitra e un piviale di carta, una canna per pastorale e, sollevato dai compagni di gioco, benediceva come fosse un piccolo vescovo.
La sera del 2 novembre 1851 Giovanni Cagliero entra nell’Oratorio di don Bosco, Ad accoglierlo Mamma Margherita. Così scrive Giovanni Cagliero:
“Mi trovavo in una famiglia, sotto la direzione di un padre amoroso, che sapeva farsi tutto a tutti, piccolo con i piccoli “.
Giovanni, ribelle alle file, andando a scuola, si dimostra fin da subito insofferente, scappando di qua e di là e provando un’attrazione innata davanti al banco dei ciarlatani, fra le bancarelle del famoso mercato di Porta Palazzo a Torino. Don Bosco decide comunque di coltivare al meglio quella natura esuberante, talvolta quasi ribelle e ne ottiene un uomo di grande virtù e merito, che nel mondo delle missioni, nella Congregazione e nella Chiesa lascerà un gran nome.
L’anno 1854 scoppia a Torino il colera, che miete numerose vittime , ma registra anche l’eroismo di Don Bosco e dei suoi giovani nell’assistenza ai contagiati. La sera del 5 agosto Don Bosco, con tono profetico, afferma:
“Se voi vi metterete tutti in grazia di Dio e non commetterete alcun peccato mortale, io vi assicuro che nessuno di voi sarà toccato dal colera “.
Nessuno di quei giovani volontari verrà infettato.
Tuttavia, alla fine del mese di agosto Giovanni Cagliero viene colpito dal tifo e lo dichiarano subito un caso disperato. Don Bosco si avvicina al malato per disporlo a ricevere i Sacramenti. Ma una meravigliosa colomba che porta nel becco un ramoscello d’olivo raggiunge in volo il letto del giovane infermo. Don Bosco comprende allora che Giovanni non sarebbe morto. E, subito dopo, a don Bosco appare anche un’altra visione, inizialmente non ben compresa: una moltitudine di strane figure di selvaggi, che fissavano trepidanti il volto del malato. Giovanni Cagliero chiede allora: – È forse questa la mia ultima confessione? – Don Bosco, illuminato da Dio, vede nel futuro e afferma: – Il Signore non vuole che tu muoia adesso. Guarirai, vestirai l’abito da chierico, diverrai sacerdote e poi con il tuo breviario sotto il braccio ne avrai da fare dei giri e andrai lontano, lontano. Giovanni presto migliora.
La sera del 9 dicembre 1859 Don Bosco raduna i suoi figli più affezionati invitandoli a costituire formalmente la Congregazione ed accettarne le Regole. “Pregate il Signore che vi illumini “. Il chierico Giovanni Cagliero, dopo qualche esitazione, esclama: “Io non mi staccherò mai da Don Bosco “. E la sera del 18 dicembre viene costituito il primo Capitolo Salesiano. Il chierico Giovanni Cagliero ne viene eletto consigliere.
Nel 1862 Giovanni viene ordinato sacerdote salesiano.
Nel 1875 guida la prima spedizione missionaria salesiana in Argentina e, dal 1879, accompagna le regolari spedizioni del Governo argentino per rendere possibile l’esplorazione della Pampa e della Patagonia e cominciare, così, la reale opera missionaria con gli indigeni sognati da Don Bosco.
Scrive a Don Bosco:
“Viviamo felici in Carmen di Patagones e in Viedma. I salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno lavorato in questi anni ottenendo molto nei quattro nostri collegi. Io, poi, trovo la mia delizia nel discendere spesso dal mio “romantico episcopio “di Viedma, transitare il fiume in barca, e andare a visitare le scuole dove regna una corrispondenza e semplicità infantile. Così pure accade nelle due scuole di Carmen vicine alla mia residenza episcopale “.
Gli sussurra Don Bosco, poco prima di morire, con accento paterno e profetico:
“Traverserai i mari, valicherai i monti. Non temere! Avanzati pure nella Patagonia e nella Terra del Fuoco con coraggio. Non mancheranno le forze e gli aiuti. Chi fa tutto è Dio, figlio mio; tu vedrai l’opera salesiana progredire, trionfare”.
Nel 1904 Don Cagliero viene nominato Arcivescovo titolare di Sebaste e si dispone a lasciare il vicariato in Patagonia e a tornare in Italia.
A Roma, da Cardinale, ridando uno sguardo al panorama religioso della Patagonia e della Terra del Fuoco, può con soddisfazione far notare che, nelle terre di missione di un tempo ormai lontano, c’erano circa 50 chiese e cappelle, 150 Salesiani, 130 Figlie di Maria Ausiliatrice, seminari, collegi, ospedali, scuole e persino osservatori meteorologici!
28 febbraio 1926, Don Cagliero muore a Roma all’età di 88 anni.

Nel 1875 guida la prima spedizione missionaria salesiana in Argentina e dal 1879 accompagna le regolari spedizioni del Governo argentino per rendere possibile l’esplorazione della Pampa e della Patagonia e cominciare la reale opera missionaria con gli indigeni sognati da Don Bosco.
Scriveva a Don Bosco:
“Viviamo felici in Carmen di Patagones e in Viedma. I salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno lavorato in questi anni ottenendo molto nei quattro nostri collegi. Io, poi, trovo la mia delizia nel discendere spesso dal mio “romantico episcopio “di Viedma, transitare il fiume in barca, e andare a visitare le scuole dove regna una corrispondenza e semplicità infantile. Così pure accade nelle due scuole di Carmen vicine alla mia residenza episcopale “.
Gli disse Don Bosco, poco prima di morire, con accento paterno e profetico:
“Traverserai i mari, valicherai i monti. NON TEMERE. Avanzati pure nella Patagonia e nella Terra del Fuoco con coraggio. Non mancheranno le forze e gli aiuti. CHI FA TUTTO E’ DIO, figlio mio; tu vedrai l’opera salesiana progredire, trionfare”.
Nel 1904 Don Cagliero viene nominato Arcivescovo titolare di Sebaste e si dispose a lasciare il vicariato in Patagonia e a tornare in Italia.
A Roma, da Cardinale, ridando uno sguardo al panorama religioso della Patagonia e Terra del Fuoco, poteva con soddisfazione far notare che nelle terre di missione di un tempo ormai lontano, c’erano circa 50 chiese e cappelle, 150 Salesiani, 130 Figlie di Maria Ausiliatrice, seminari, collegi, ospedali, scuole e persino osservatori meteorologici!
28 febbraio 1926, Don Cagliero muore a Roma all’età di 88 anni.

SUOR ANGELA VALLESE
(1854-1914), capo spedizione della prima missione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 1877
Nasce nel gennaio del 1854 in un piccolo paese del Monferrato, nel nord Italia.
A sette anni arrivano in parrocchia alcuni missionari e Angela li ascolta con vivo interesse. Sente nel cuore una grande fiamma. E ben presto sente parlare di don Bosco, venendo a sapere che, in un paese non molto lontano, aveva aperto una casa per suore che si dedicavano alle ragazze. Sostenuta dalla famiglia, nel 1875, si dirige allora a Mornese, accolta a braccia aperte da Madre Mazzarello.
Proprio quell’anno erano partiti i primi missionari salesiani e, due anni dopo, si comincia a parlare della partenza anche delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Suor Angela si offre subito come volontaria. La sua richiesta così intrepida viene accolta e il primo gruppo di suore missionarie parte da Genova nel 1877. Con sé hanno due bellissimi dipinti di Maria Ausiliatrice e un sacco di iuta con tutto l’occorrente necessario.
Rimaste per breve tempo a Montevideo, si dirigono ben presto verso la Patagonia.
Mamma Mazzarello le aveva scritto:
“Sii di buon animo, sii gioiosa, e non avere un cuore piccolo, ma un cuore generoso, grande e senza paura!”
Le prime suore raggiungono una piccola cittadina, sulle rive del fiume Rio de La Plata, composta da immigrati e da alcuni indigeni che venivano a commerciare. Le pioniere decidono così di cominciare con la catechesi e, poi, con la scuola. Poco dopo si dirigono a Viedma, la città designata capoluogo della Patagonia, dove monsignor Cagliero vi aveva la sede del suo vicariato apostolico.
E dal 1888 al 1913 suor Angela vive a Punta Arenas. Nel frattempo viene nominata Superiora Visitatrice delle Case aperte dalle Figlie di Maria Ausiliatrice nella Patagonia meridionale e nelle Terre di Magellano.
Tornata nel 1913 in Italia, a causa della salute, si decide di non far più ripartire suor Angela.
Muore nel 1914.